Nessun Paziente è una malattia, ma esso deve essere inteso come un Libro che va letto con attenzione e con il rispetto che si deve alla Storia di una vita.

Nei prossimi decenni si prevede una forte crescita demografica, dovuta anche al progressivo allungamento della vita, che comporterà una popolazione sempre più anziana, fragile e affetta da patologie croniche.

I continui progressi nel campo delle scienze e le nuove tecnologie sicuramente si diffonderanno più rapidamente, anche grazie alla globalizzazione che però potrà creare, soprattutto in paesi meno stabili, conflitti sociali e incomprensioni, che potranno sfociare in comportamenti eccessivi e distruttivi, come guerre e migrazioni di massa.

Il tutto sarà sicuramente aggravato sia dai cambiamenti climatici che si stanno verificando in maniera violenta e incontrollata, sia dalle numerose situazioni di conflitto diffuse a livello mondiale, che comporteranno probabilmente anche una carenza nell’approvvigionamento di cibo e di acqua.

Tutte queste variabili sicuramente condizioneranno, stravolgendole, le nostre abitudini  di vita e la nostra salute, sia fisica che mentale, ma i più colpiti saranno coloro i quali avranno un maggior condizionamento socio-economico ed un basso livello culturale, soprattutto nei Paesi poco sviluppati e con regimi autoritari.

I pazienti del prossimo futuro, per l’effetto del peggiorare delle suddette condizioni (clima, deterioramento dell’ambiente, cattiva alimentazione, inquinamento atmosferico, età) saranno sempre più soggetti alle cosiddette malattie non trasmissibili, rappresentate da condizioni che non sono causate da un’infezione acuta, ma che provocano patologie croniche, che richiedono la necessità di cure a lungo termine. Queste condizioni includono tumori, malattie cardiovascolari, diabete e malattie polmonari croniche, malattie cerebrovascolari. Con l’aumentare della vita media tali malattie non trasmissibili si presenteranno sempre  di più e, probabilmente, saranno responsabili di circa il 74% delle morti come rilevato da fonti del OMS.

Le lesioni cutanee, di pari passo, aumenteranno e saranno fra le cause più importanti di disabilità, soprattutto nei pazienti anziani, e comporteranno un abbassamento della qualità di vita, il tutto legato anche alla concomitanza di patologie multiple e di politerapie farmacologiche.

Ma naturalmente, ci sarà anche un aumento delle malattie trasmissibili, legate soprattutto alla globalizzazione (per la maggiore facilità nella movimentazione di merci ed un maggiore spostamento delle persone da una parte all’altra del globo); questa situazione sarà sicuramente aggravata dalla crescente antibiotico-resistenza, dovuta anche all’allevamento intensivo degli animali che comporta un abuso nella somministrazione di antibiotici negli alimenti.

Ricordiamo che il problema dell’antibiotico resistenza ci sta costringendo ad utilizzare antibiotici sempre più sofisticati e potenti, ma allo stesso tempo i germi mutano velocemente,  e si adattano repentinamente, diventando sempre più resistenti alle terapie antibiotiche praticate.  Un esempio di adattamento e mutazione frequente ce lo ha dato l’infezione da virus SARS-CoV2 con le numerose varianti, che ha scardinato tutte le nostre certezze professionali e personali, con 767.364.883 casi confermati nel mondo dall’inizio della pandemia e 6.938.353 morti.

Il paziente del futuro probabilmente perderà la sua innata resilienza, diventando sempre più incapace di adattarsi in maniera positiva ai cambiamenti ambientali e sociali sfociando in un aumento del disagio sociale con conseguente crescita delle malattie della sfera psichica e delle malattie infiammatorie croniche (vedi la provata correlazione tra stress e aumento dei marcatori di infiammazione).

Nel prossimo futuro sarà necessario un nuovo approccio al paziente, un nuovo modo di considerare la persona in maniera olistica, rispettando alcuni fondamenti, quali la Prevenzione, la Personalizzazione , la Produttività e la Precisione.

Il medico non dovrà trasformarsi però in un mero fruitore di dati, anche alla luce del veloce sviluppo della A.I. (Intelligenza Artificiale), ma dovrà recuperare quel rapporto di empatia e di concordance con il paziente, che nel tempo è stato sempre più abbandonato.

Va data grande importanza prima di tutto alla prevenzione, individuando le patologie negli stadi precoci, senza però suscitare ansie e paure ingiustificate, ma lavorando sempre di più in un team multiprofessionale e multidisciplinare per una visione completa a 360°, considerando prevalente la Persona e non la malattia.

Grande importanza assume inoltre la Ricerca, che deve basarsi sempre più su solide fondamenta scientifiche, per arrivare a risultati certi, applicabili in ambito clinico.

Anche le terapie ed i trattamenti dovranno essere sempre più personalizzati ed adattati  non solo al paziente ma anche al suo stato socio-economico.

A tale riguardo la Medicina di Precisione dovrà riconsiderare anche tutta la farmacologia, rivedendo i dosaggi dei farmaci e dei principi attivi, al fine di favorire la remissione di patologie croniche ed attuando una accorta terapia di mantenimento affinché la remissione di una malattia conica conservi una bassa attività.

Ridere non è solo contagioso, ma è anche la migliore medicina. Il compito dei medici non è rinviare la morte, ma migliorare la qualità della vita. Se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualunque sia l’esito della terapia.”

Patch Adams

Cosimo Maglio

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